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La 10 parole che usò Jean Cocteau per vendere di più

Se chiedi a un prete:

“Posso fumare mentre prego?

Il prete risponderà quasi certamente di no, non si può fumare mentre si prega.

Adesso:

Se gli chiedi: “Posso pregare mentre fumo?

 

Esatto.
Le parole sono importanti.
Determinano una vendita.
Qualsiasi vendita.

E non dire che il tuo settore è speciale,
che non conosco i tuoi clienti o il tuo pubblico,
che non conosco tua madre e/o tua suocera,
o che la terra si è spostata di un grado negli ultimi 50 anni.


TUTTI vendiamo con le parole, TUTTO IL TEMPO.


Le immagini sono importanti, naturalmente, ma servono “solo” a mostrare ciò che vendiamo.

per convincere (= vendere),
persuadere (= vendere),
catturare l’attenzione (= vendere),
usiamo le parole.

Alcuni le usano bene (= funzionano).
Altri non tanto (= non funzionano).

Le cose stanno così, punto.

No, meglio i due punti:

 

Trovare le parole giuste, per quel particolare contesto in cui si lavora, non è facile, è difficile, per questo è un mestiere.

Non è che da bambini si impara a dire “mamma” e quindi si diventa esperti di copywriting.

Non funziona così.

Non so se lo sapevi, perché nemmeno io lo sapevo prima di saperlo, che lo stesso Jean Cocteau lavorava come copywriter.

Proprio così.

Se non sai chi era Cocteau, non c’è problema.
Ti dico solo che non era Coco Chanel o Jacques Cousteau.

Jean Cocteau è stato un grande autore francese, più surrealista dei surrealisti (beh, ognuno ha i suoi problemi, intendo il fatto che fosse francese).

Fu l’autore della “Voce umana” interpretata da Anna Magnani, e da tutte le più grandi attrici di turno.

Ebbene:

Cocteau una volta ha lavorato per una marca di calzini.

Il testo che Cocteau scrisse per far vendere più calzini a quella marca, cosa che avvenne (naturalmente), era composto da 10 parole.

10 parole che colpivano il centro.

Copywriting livello lasagne.

Ora te lo dico, ma prima ti ripeto una cosa:

Le parole sono importanti.
Determinano una vendita.
Qualsiasi vendita.
E non dire che il tuo settore è speciale,
che non conosco i tuoi clienti o il tuo pubblico,
che non conosco nemmeno tua madre e/o tua suocera,
o che la terra si è spostata di un grado negli ultimi 50 anni.

 

TUTTI vendiamo con le parole, SEMPRE.

Alcuni le usano bene (= funzionano).
Altri non tanto (= non funzionano).

 

 

Le 10 parole che Cocteau usò per vendere più calzini furono queste:

“Senza Kayser, le gambe sarebbero solo un mezzo di trasporto”.

 

Te le ripeto nel caso in cui ti sei distratto:

“Senza Kayser, le gambe sarebbero solo un mezzo di trasporto”.

 

Queste parole, scritte da Cocteau, non sono solo parole da vendere, sono molto di più.

Si tratta di disegnare nella mente del tuo cliente-pubblico-alunno-studente-capo-suocera… l’immagine più conveniente per fargli comprare ciò che vuoi vendere:

Un servizio,
un biglietto per la tua mostra,
un’apertura per il vostro laboratorio,
un aumento di stipendio 
un pranzo tranquillo
o semplicemente una idea.


Perché funzionino, devono essere le parole che scatenano l’immagine giusta, nella mente dell’altra persona.

Non nella tua.

In quella dell’altro.


Capisci?


Se sei arrivato a leggere fino a qui, è perché ho disegnato l’immagine giusta nella tua mente.

Questo significa che posso farlo anche con il tuo cliente-pubblico-allievo-capo-suocera.


Ma è anche possibile che tu non mi creda,
o che tu sia troppo indaffarato con questioni urgenti della tua attività,
o semplicemente credi che non sia molto importante questa questione delle parole.

Beh, in questo caso: buona fortuna.

Ne avrai proprio bisogno.

Per tutti gli altri…